Fast Fashion

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Anche se non vi importa della moda, essa è importante, è una forma di espressione. Quello che indossi dice qualcosa di te. Possiamo considerare la moda una parte importante della nostra cultura.

Negli anni 80 una persona comprava in media 12 vestiti nuovi ogni anno mentre oggi compra 68 nuovi pezzi grazie a questa forza dominante nel settore dell’abbigliamento. Questo modello di business ha cambiato il mondo ed e per questo che voglio parlare di Fast Fashion.

 

Cosa é la Fast Fashion?

Fast fashion significa fare vestiti alla moda veloci, economici e usa e getta, infatti si chiama così anche perché non durerà molto nel guardaroba. È fatta da una catena di rivenditori in grado di guardare le passerelle, imitare e confezionare i capi molto velocemente e metterli in una sorta di negozio per l’acquisto veloce.

È una tendenza che funziona molto perché con i prezzi accessibili, da la sensazione del lusso senza pagarne il prezzo, ma come cenerentola… tutto si dissolve entro mezzanotte.

Questo modello di business democratizza l’alta moda e lo fa distruggendo i marchi di stilisti su larga scala.

Come funziona la Fast Fashion?

Generalmente i marchi storici rilasciano enormi quantità di vestiti in poche uscite stagionali. Passano mesi a progettare linee, comprare e trattare tessuti, produrre e distribuire. È un processo che può durare quasi 2 anni. I marchi di Fast fashion invece hanno cambiato completamente il gioco della moda unendo 2 tecniche:

 – la prima è la produzione a risposta rapida: niente grandi uscite costose, buttano giù il design in fretta, tengono materie prime, ne fanno di più se ha successo, e snelliscono la distribuzione.

Gli abiti di successo dell’alta moda vengono copiati e resi disponibili in un giorno a prezzi più economici. Fare le imitazioni velocemente significa avere dati in tempo reale per regolare offerta e domanda, monitorare le tendenze e setacciare i social media per un feedback, arrivando al secondo pilastro del loro modello di business:

 – un assortimento dinamico (che è solo un modo elegante per dire: vendi roba nuova ogni giorno). L’assortimento dinamico pompa nuovi prodotti per vedere cosa vende. Invece di 2 stagioni all’anno, ne abbiamo praticamente 52. Ogni settimana arrivano novità.

discarica

Un modello dannoso

Questo modello di business ha rivoluzionato l’industria ma significa anche che affoghiamo nei vestiti. Sappiamo tutti che la fast fashion e stilosa ed economica e i social network hanno contribuito a farla esplodere. Ogni volta che usciamo l’outfit deve essere diverso per per non sfigurare su Instagram.

Rispetto a 20 anni fa teniamo quello che compriamo per metà tempo e questo sta influenzando il resto dell’industria. Alcuni dei marchi tradizionali stanno cercando di adottare questo modello, accelerando le catene di produzione e tutto questo avrà un costo enorme.

Impatto ambientale

Molti di noi sanno delle terribili condizioni di lavoro nelle fabbriche ma molte persone non sanno cosa fanno questi vestiti al pianeta.

Nel 2015 la produzione creo più gas serra dei voli internazionali e il trasporto marittimo messi insieme. Significa che i vestiti nella tua valigia stanno rovinando il pianeta più del volo su cui hanno viaggiato.

I problemi iniziano dove creano i vestiti, con i tessuti con cui sono fatti. Per esempio, coltivare il cotone per fare una giacca vengono usati circa 10.330 litri di acqua; l’equivalente a 24 anni di acqua potabile per una persona.
Purtroppo i tessuti sintetici sono anche peggio: poliestere, nylon e spandex consumano quasi 342 milioni di barili di petrolio all’anno. Usare il petrolio per produrre materiali sintetici è male ma come si produce un altro tessuto della fast fashion chiamato viscosa potrebbe essere anche peggio. Circa il 33% della viscosa nei vestiti viene da foreste antiche o minacciate e il processo comporta un’enorme quantità di rifiuti. Il legno viene trasformato in rayon o viscosa il 70% viene scaricato o incenerito è solo il 30% finisce negli indumenti che indossiamo.

Per lavorare tessuti, tingerli e rifinirli, bisogna usare sostanze chimiche tossiche che spesso vengono scaricate nei fiumi vicino ai villaggi. Come il fiume Citarum in Indonesia dove ci sono le fabbriche dei colossi della fast fashion. Per generazioni, milioni di indonesiani sono dipesi dal fiume Citarum ma oggi il fiume li sta avvelenando.

Smaltimento

Finora abbiamo parlato della produzione di vestiti. Sbarazzarsi dei vestiti e anche peggio. Una persona, in media, butta 80 kg di vestiti all’anno. Anche quando questi vengono donati in beneficienza, gran parte è ancora spazzatura. I vestiti che i centri benefici non vendono, viene venduto a tonnellate ad acquirenti dei paesi in via di sviluppo e anche lì, la moda dell’anno scorso riempie le discariche di quest’anno.

Di tutto il tessuto usato per l’abbigliamento, l’87% finisce incenerito o in una discarica.

Greenwashing

Le aziende sanno che questo è un problema e che ci interessa l’ambiente e per questo ci sono marchi che vogliono mostrarci quanto siano attenti.

Il greenwashing e quando le aziende si commercializzano come più verdi di quanto non siano. Fanno tante affermazioni impressionanti ma molte sono fumo negli occhi. Alcune, per esempio, allestiscono bidoni nei negozi dove portare i vestiti vecchi e offrono uno sconto in cambio, ma il 90% di quei vestiti viene distrutto o bruciato. Quindi vogliono sembrare verdi ma inducono solo a comprare di più dandoti uno sconto.Hanno anche linee di abbigliamento eco- compatibili. Il problema con queste linee di abbigliamento è che molte delle affermazioni verdi che fanno sono insignificanti. Usano l’ambiguità per vendere il sentimento di responsabilità.

ESEMPIO: un famoso marchio di fast fashion dichiara che un pantalone viene prodotto riducendo il consumo di acqua nel processo di tintura; solo che quel processo utilizza solo l’1% di tutta l’acqua usata per quel pantalone.

La Fast Fashion ha un impatto globale enorme sotto molteplici aspetti ma questo non significa che non dobbiamo più comprare i vestiti ma semplicemente dobbiamo essere più attenti; prediligere i tessuti naturali, i vestiti fatti a mano e quelli di alta qualità che ci consente di indossarli più allungo.

Solo indossando i tuoi vestiti 9 mesi in più, riduci l’impatto ambientale del 30%.

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